“Massagia”… la ragazza cinese si aggira tra i lettini della spiaggia e urla “…massagia ….”.
Abbiamo messo le creme e ci siamo stesi al sole, un bel sole di una bella domenica di maggio.
E’ bello arrivare in spiaggia la mattina presto, quando Ostia si è da poco svegliata.
Le onde e il vento hanno un rumore diverso.
Il mare ha un profumo più intenso.
Le file di lettini attendono i loro clienti e i ragazzi presidiano la spiaggia.
Pian piano scendono verso la riva i bagnanti sonnecchianti, toccano con i piedi l’acqua e con una smorfia di disappunto si ritraggono.
Qualche bambino divertito che pregusta il bagnetto.
Tu dormi sul lettino a pancia in giù.
Riprendi quello che facevi stamattina quando ti ho svegliato.
Ricordi.
Una volta sulle spiaggie mancavano certe comodità, le spiaggie erano delle zone di confine tra la vita di tutti i giorni e il mare assoluto.
Un netto distacco tra la quotidianità e quello che avresti potuto trovare solo in un deserto.
Ricordi…
I remi carezzavano il pelo dell’acqua, vi entravano lentamente.
La schiena si chinava in avanti per poi tornare spingendosi il mare indietro.
Il silenzio era rotto da quel lento attraversare e si sentiva solo in lontananza il rumore della città.
Voci indistinte, soffocate, lontane.
Quando ti fermavi tutto attorno ti aspettava.
Il mare blu sotto di te.
Il moscone galleggiava leggero.
Il suo colore azzurro si perdeva tra il mare e il cielo.
Da lontano saresti diventato invisibile.
Allora ti potevi tuffare sapendo che quando saresti risalito a galla avresti trovato un mondo nuovo.
Abbiamo messo le creme e ci siamo stesi al sole, un bel sole di una bella domenica di maggio.
E’ bello arrivare in spiaggia la mattina presto, quando Ostia si è da poco svegliata.
Le onde e il vento hanno un rumore diverso.
Il mare ha un profumo più intenso.
Le file di lettini attendono i loro clienti e i ragazzi presidiano la spiaggia.
Pian piano scendono verso la riva i bagnanti sonnecchianti, toccano con i piedi l’acqua e con una smorfia di disappunto si ritraggono.
Qualche bambino divertito che pregusta il bagnetto.
Tu dormi sul lettino a pancia in giù.
Riprendi quello che facevi stamattina quando ti ho svegliato.
Ricordi.
Una volta sulle spiaggie mancavano certe comodità, le spiaggie erano delle zone di confine tra la vita di tutti i giorni e il mare assoluto.
Un netto distacco tra la quotidianità e quello che avresti potuto trovare solo in un deserto.
Ricordi…
I remi carezzavano il pelo dell’acqua, vi entravano lentamente.
La schiena si chinava in avanti per poi tornare spingendosi il mare indietro.
Il silenzio era rotto da quel lento attraversare e si sentiva solo in lontananza il rumore della città.
Voci indistinte, soffocate, lontane.
Quando ti fermavi tutto attorno ti aspettava.
Il mare blu sotto di te.
Il moscone galleggiava leggero.
Il suo colore azzurro si perdeva tra il mare e il cielo.
Da lontano saresti diventato invisibile.
Allora ti potevi tuffare sapendo che quando saresti risalito a galla avresti trovato un mondo nuovo.
2 commenti:
poeta, sei un poeta..... mi piaci
Grazie. Fotografo con gli occhi della mia fantasia.
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