25/06/08

L'ultimo dono


mamma, photo by Dous^_^.


Scrivo a te.
Te che sei stata mia madre ed ancora lo sei.
Te che non hai mai smesso un momento di amarci.
Ci hai lasciati portando tra le mani i tuoi pennelli ed un fiore.
Amavi sederti e dipingere, con gli occhiali sul naso,
colorando la tela dei colori rubati dai tuoi occhi.
Quegli occhi che guardavano sempre quelli degli altri
e non si abbassavano mai.
Che brava madre quella che sapeva parlarti
e farti sciogliere il cuore.
Che donna splendida quella che illuminava la casa
e la nostra vita.
Ricordo quell'ultimo giorno in cui ti stetti vicino.
Mi svegliavi spesso per chiedermi aiuto.
L'indomani mi dissero che mi cercavi
perchè solo io sapevo addolcirti il dolore.
Ti guardammo e poco dopo non c'eri.
Non servì a nulla aiutarti a respirare.
Non potevamo cambiare più le cose già scritte.
Fu un giorno bellissimo quello in cui ti salutammo.
C'erano i tuoi genitori ed i miei, ti ho sentito.
Fermai il vociare durante la veglia la notte
prima per accompagnarti in preghiera.
E mi servì a capire.
Da allora ti sento spesso.
Anche ora che ho un nodo in gola.
Mi hai insegnato a vivere col tuo sorriso
e a soffrire con la tua gioia.
Questo il tuo ultimo dono.

A cosa serve la poesia


La poesia serve
a levar le macchie di odio
dal cuore
e a mandar giù quel sapore di amaro
dalla vita.

24/06/08

Cos'e amarsi


Donarsi sempre senza rimpianto.
Guardarsi sempre come la prima volta.
Baciarsi sempre come fosse l'ultima.
Abbracciarsi la sera
per tornare a svegliarsi al mattino
ritrovandosi.
Cos'è amarsi ?
Tramontare assieme
con la speranza di una nuova alba.
Accettarsi o cambiarsi
per migliorar l'un l'altro.
E ascoltarsi in silenzio
senza dover parlare.

20/06/08

Naso in su


Naso in su
voli via
senti il caldo anche tu.

Lontananza
se pur ci divide
l'estate torna assieme a te.

19/06/08

Non ho il fegato di mangiarlo


Lifesaver, photo by Dous^_^.


Non ho il fegato di mangiarlo
Non mangio le mani ma vivo
Non uso le mani per picchiare
Non di meno sangue ho bisogno
Non puzzo di sangue non mio
Non sopporto la puzza di scale
Non salgo una scala dall’alto
Non mi piace alzare i tacchi
Non metto i tacchi in piscina
Non cammino mai scalzo sull’asfalto
Non mi sento scalzo sott’acqua
Non spreco l’acqua è preziosa
Non apprezzo mai l’estremismo politico
Non faccio politica fuori orario pasti
Non pasteggio davanti a una bara
Non baro mai giocando da solo
Non mi sento mai solo davvero
Non sento più le voci passate
Non passo la voce ai villani
Non ambisco ad una bella villa
Non mi sono mai sentito bello
Non sono uno che ama offendere
Non s’offenda chi cerca gloria
Non dimentico mai le persone gloriose
Non sono uno che dimentica amori
Non smetto di amare di sera
Non taccio il dolore d’amore
Non evita l’amore le lacrime
Non evito di ascoltare chi parla
Non parlo di cose che ignori
Non mostro a tutti cose inutili
Non mi aspetto le inutili gratificazioni
Non mi gratificano le dolci lusinghe
Non sono indifferente alla dolce purezza
Non credo alla purezza dello sport
Non sono stato uno sportivo sfegatato
Non compio azioni di puro fegato
Non ho il fegato di mangiarlo.

15/06/08

C'era una volta


C’era una volta un racconto colorato
dentro una scatola di teneri ricordi.

Ogni qual volta la mamma avea bisogno
bastava cercarlo tra i più allegri e i più garbati.

Un sol respiro le serviva a prender fiato
e poi disegnar la fantasia di quei bambini,
scalando i monti di quei lontani luoghi incantati.

E tra tanti tesori e maghi e fate,
era il fiuto di quel bravo narratore
che vedeva sempre lungi dal suo naso
e costruiva regni che ogni fanciullo
volea trovare.

C’era una volta, sì,
c’era allora quel bravo genitore
che apriva quel libro con amore,
per vedere nei suoi figli quella luce
che gli ricordava tante cose vere.

12/06/08

Elemosina


Elemosina, Photo by Dous^_^.


Silenzio.
Cala la sera e passa quel giorno da dimenticare.
Scosti i barattoli col piede, sotto il cruscotto e ti accovacci sul sedile del furgone che hai trovato aperto.
E' sporco ma ti devi adattare alle circostanze.
Fuori sta cominciando a piovere e le speranze per domani si riducono.
Riesci a chiudere un occhio, poi l'altro ed infine parti.
Laggiù nel sottoscala hai lasciato i tuoi libri che non avresti voluto mai abbandonare.
Le poche cose che avevano ancora valore se le sono prese, lasciandoti il resto.
Quando pensi nel dormiveglia che sarebbe ora di sognare altro senti all'improvviso un urto sulla cappotta.
Un ubriaco ti ha scoperto nel suo posto preferito e ti ordina di uscire.
Raduni la borsa, gli occhiali e le scarpe, poi arraffi la busta con la frutta e scappi via.

Piove.
Raggiungi in preda al panico quel ponte sotto la stazione.
Poi ti infili in un cunicolo al riparo dall'acqua.
Rumori di auto che passano e che ti schizzano dell'acqua addosso.
Dal soffitto di metallo cola qualche goccia quando passa un treno.
Poi buio, fino al prossimo autobus che romba in galleria.
Scappi ancora verso quell'androne aperto e crolli sfinita a terra.
Sono le due di notte e dormi.

Ieri.
Era arrivata da qualche parte la lettera dello sfratto.
Non l'avevi vista.
Avevano bussato e non avevi inteso.
Entrano sempre con un piede che blocca la porta.
Poi non li fermi più.
Come aguzzini recitano il verbale per poi pregarti di farti da parte e lasciarti confessare le tue paure
che non ascolteranno.
Ti sei trovata senza linea telefonica da poter usare per chiamar qualcuno che potesse aiutarti.
Hai preso quel che potevi dal frigorifero e le pillole sul comodino.
Poi gli occhiali e i documenti, per metterli assieme a qualcuno dei libri che volevi salvare.
Poi il rogo della memoria scombussola i ricordi.
E' meglio scordare le ore che seguono, ancor più la vita precedente.
Fa meno male non pensare che al presente.
E' meglio così.

Domani.
Tossisci, prima di aprire gli occhi.
Hai perso una scarpa, mentre l'altra è rotta.
Ingoi una pillola con la saliva, mentre cerchi gli occhiali.
E' giorno e non sembra vero.
Un suono dietro l'altro e son le otto.
Il traffico ti spinge all'aperto, lontano dai pendolari che affollano l'ingresso al sottopasso.
Sei senza un franco, ma quel ch'è peggio non hai più speranza.
Cammini un pò e poi ti fermi, poi riprendi.
Arrivi da qualche parte, ma non è quella giusta.
Guardi in alto ed il cielo non ti risponde.
Ancora un giorno, poi l'altro ancora, per diventare la donna sotto il ponte.
Quella che han dimenticato di aiutare.
Quella ch' è diventata l'accattona.
Lungo una strada che guarda alle rovine del passato.
Quella dove l'uomo non guarda la rovina del presente.

09/06/08

In treno sulle nuvole


Solo nelle strade e lungo i vicoli
sta il sogno che coltiva la mia anima
Bello e colorato come il cielo,
pieno delle idee che lo descrivono.
Leggero come l'alito del vento
sta quel suono colorato con l'armonica.
Solo prendere di corsa quel biglietto
per far un giro sul treno più simpatico.
E tornare poi di nuovo in mezzo agli uomini
per narrare della forma delle nuvole,
che sorridono al passare delle rondini
.

03/06/08

Ladro d'amore


Quando il vento s'è alzato
hai chiuso gli occhi ed hai atteso
di poterli riaprire
su quel poco di me.
E sentivi il rumore
del mutar delle cose
e quel moto confuso
e lo girar vorticoso.
Poi hai colto la voce
di quell'abbandono
chiamarti lontana
ma tu non capivi.
Senti ora le ciglia
alzarsi pian piano,
ma è tutto scomparso
quello che avevi.
Il vento ha rubato
al senso le cose
e quel poco d'amore
vola via assieme a lui.